« Ci ho lavorato ma è dura in tour, come sai, due ore e mezzo di concerto e nei giorni off poi sono senza forze. Ma è bellissimo, mai stata così ! . . . Mentre sto scrivendo, sento i polpastrelli sbriciolarsi dalla voglia che ho di raccontare» . Così scriveva l'autrice di questo libro al suo editor che le chiedeva notizie. Eh sì , Gianna ci ha lavorato eccome, al suo testo, e in quella lettera confessava emozionata tutta la sua gioia di scriverlo. « Cazzi miei» , lo scoprirete leggendolo, è molto più di un libro autobiografico, molto più di una confessione: è una seduta di psicoterapia. Frenetica, drammatica, violenta e autolesionista. Il dialogo è tra lei, china sul computer, e se stessa, la Nannini innocente e vulnerabile dei primi anni Ottanta, travolta dal successo di « Fotoromanza» e dalle pretese dell'industria discografica. Ma è anche un dialogo tra lei e i suoi fan, il suo pubblico adorato, i suoi lettori. Ai quali sente il bisogno di raccontare le sue "morti" e le sue rinascite, i momenti bui, le paranoie, gli incubi, la lunga scia di incidenti, gli inevitabili conflitti familiari, la lotta senza quartiere contro un misterioso. Qualcuno che vuole distruggerla. E infine l'approdo a un equilibrio, la riappacificazione con la vita, la gioia indescrivibile di mettere al mondo una figlia. . .