"Margherita Pusterla" di Cesare Cantù è un racconto storico ambientato nella Milano del XIV secolo, un periodo caratterizzato da tensioni politiche e sociali. La narrazione si apre con una descrizione della corte dei Gonzaga a Mantova, dove si svolge una giostra che attira cavalieri da tutta la Lombardia, tra cui il protagonista, Franciscolo Pusterla. Pusterla è un nobile milanese, noto per la sua ricchezza e il suo coraggio, ma anche per la sua insoddisfazione verso il governo tirannico di Luchino Visconti, signore di Milano. La storia si sviluppa attorno alle dinamiche di potere e alle relazioni personali, in particolare l'amore tra Pusterla e sua moglie Margherita, una donna di straordinaria bellezza e virtù. Il racconto esplora le tensioni tra i desideri personali e le responsabilità pubbliche, con Pusterla che si trova diviso tra l'ambizione di servire la sua patria e il desiderio di proteggere la sua famiglia. La figura di Margherita emerge come un simbolo di purezza e resistenza morale, in contrasto con la corruzione e l'intrigo che caratterizzano la corte viscontea. La narrazione è arricchita da personaggi secondari come frà Buonvicino, un frate che rappresenta la voce della ragione e della moderazione, e Alpinòlo, un giovane ardente e idealista. Cantù utilizza il contesto storico per riflettere sulle questioni universali di giustizia, potere e amore, offrendo al lettore un affresco vivace e dettagliato della società medievale italiana. La sua prosa è caratterizzata da una ricca descrizione dei costumi e delle architetture dell'epoca, che contribuiscono a creare un'atmosfera immersiva e coinvolgente.