Mé moire, collage e bricolage di parole e immagini, da Marcel Duchamp a Klaus Voormann, 'con un pizzico di Tanguy, una spruzzata di Magritte e q. b. di Tintin', fino a Italo Calvino, Abraham Ortelius, Hokusai e Pinocchio. Un sorprendente contro-castello dei destini incrociati in cui attraverso il coming of age di Pablo Echaurren, alias Pa(b)lomar, intravediamo l''occhio sfaccettato', la figura e le opere polisemiche e geroglifiche del suo grande maestro Gianfranco Baruchello (Livorno, 1924 -Roma, 2023), alias il Baruc, nella Roma degli anni tra il 1967 e il 1977: quando la 'spazzatura' era 'parte integrante della cultura', senza alto né basso, e gli artisti, da Jannis Kounellis a Toti Scialoja a Cy Twombly, sentivano 'l'urgenza di dare una forma al tumulto'. Un caleidoscopio linguistico in cui ricordi e calembour rimescolano continuamente le carte con ironia, affetto e nostalgia. Prefazione di Valerio Magrelli. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I. E. S. r. l. , oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.