Un po' di Strip Poker

C'è un punto preciso in cui il desiderio smette di essere pensiero e diventa gesto. Manuel García lo conosce bene, e lo racconta con una scrittura tesa, concreta, sensuale. Un po' di Strip Poker è una raccolta di racconti erotici gay fatta di uomini veri - ruvidi, adulti, vivi. Corpi che si sfiorano per caso o per scelta, sguardi che restano sospesi un attimo di troppo, tensioni che esplodono con il suono di un respiro trattenuto. Niente finzione: qui l'erotismo nasce dal reale, dal bisogno, dalla carne. Nel racconto che dà il titolo al libro, Peter e sua moglie invitano a cena un vecchio amico. Vino, risate, un gioco di carte per rompere la noia. Poi una battuta, una sfida, un sì sussurrato - e qualcosa cambia. Gli abiti iniziano a cadere, centimetro dopo centimetro, mentre le regole si sciolgono e l'eccitazione prende posto a tavola, con loro. Jessie si slaccia i jeans senza reggiseno sotto, Ed resta in boxer con l'erezione evidente, e Peter guarda, vibra, si domanda fin dove si spingeranno. Jessie mescola le carte, i seni nudi che ondeggiano mentre li passa da un uomo all'altro. Nessuno parla, nessuno scherza. Solo occhi che bruciano e mani che fremono. Quando rompe il silenzio, lo fa con un sorriso sporco: «Dai ragazzi, giocate. . . in un modo o nell'altro, vedrò qualche cazzo in questo turno». È lì che il gioco smette di essere gioco. A volte basta un pretesto per scoprire chi siamo davvero. O cosa desideriamo davvero.