
Uomini veri. Corpi vivi. Desideri che si accendono nei luoghi più comuni: una corsa all'alba, una spiaggia deserta, uno sguardo che dura un secondo di troppo. In Sveltina sulla Spiaggia, Manuel García racconta l'erotismo maschile nella sua forma più autentica e carnale - fatto di pelle, odori e silenzi che dicono più delle parole. Non è pornografia: è tensione, istinto, virilità che trova nell'altro uomo il proprio specchio e la propria sfida.
Nel racconto che dà il titolo alla raccolta, un uomo stanco dell'isolamento scappa di casa per correre lungo il mare di Copacabana. L'aria è pesante, la città deserta. Poi, tra il rumore delle onde e il respiro affannato, compare un ragazzo con una scatola di cioccolatini e un sorriso che si intravede sotto la mascherina. Un incontro qualsiasi, destinato a durare pochi secondi, ma che diventa una miccia. Basta un gesto, un passo di troppo, un silenzio che pesa come un contatto.
Il mare era grigio e la sabbia fredda. Lui si era tolto la mascherina, e il vento gli muoveva i capelli sugli occhi. Mi avvicinai, ancora sudato, con il cuore che batteva come se avessi corso per chilometri. Ci guardammo. Poi sorrise, e in quel sorriso c'era tutto: la fame, la paura, il bisogno di toccare qualcuno, finalmente.
La scrittura di García è fisica, diretta, impregnata di realtà. Ogni storia è un frammento di vita maschile, dove il desiderio nasce da uno scontro, da una prova di forza, o da un attimo di resa.
Sulla spiaggia, nell'aria salata e nel silenzio del mondo fermo, due uomini si incontrano. Il resto è inevitabile.
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