
Nelle storie di Divertirsi con il Vicino Curioso, Manuel García racconta uomini veri: virili, concreti, a volte duri, ma attraversati da un desiderio che scatta come una corrente elettrica al primo contatto, al primo sguardo che dura un istante di troppo. Il suo erotismo è carnale, diretto, mai patinato. È fatto di silenzi, odori, sfioramenti e di tutto ciò che rimane sospeso quando le parole non bastano.
Nel racconto che dà il titolo alla raccolta, un uomo trova rifugio nella quiete serale della propria casa: il corpo disteso dopo una giornata pesante, la piscina che riflette la luce, il silenzio interrotto solo dal frinire dei grilli. Ma dietro la siepe qualcosa si muove. Un'ombra. Uno sguardo che osserva. E quando finalmente scopre chi si nasconde tra le foglie - un ragazzo dagli occhi chiari e dalle mani nervose - la calma si trasforma in tensione, e la tensione in qualcosa di più profondo, più pericoloso, più vero.
L'acqua scivolava lenta sul petto, fredda come la notte che saliva. Poi, un fruscio. Una figura esitante tra le foglie. Lo afferrò per la felpa, tirandolo fuori di colpo, il respiro caldo contro il viso. Occhi blu, un gesto incerto, nessuna parola. Solo la pelle che tremava, e il desiderio che già aveva deciso per entrambi.
Manuel García scrive di uomini che si riconoscono nel silenzio, dove la forza diventa vulnerabilità e il desiderio prende forma concreta, inevitabile.
A volte basta uno sguardo attraverso la siepe per scoprire tutto ciò che non osi dire.
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