2 novembre 1965: sulla spiaggia dell'Idroscalo di Ostia, il corpo massacrato di Pier Paolo Pasolini viene trovato da una donna alle sei e trenta del mattino. Un omicidio, come si sa, che la giustizia ha attribuito a un "ragazzo di vita", Pino Pelosi detto "la Rana", ma intorno al quale ruotano ancora ubbi e teorie complottistiche. Ma come si arriva a quella morte? Cos'è successo a Pasolini nelle ultime ore di vita? A questa domanda Lucarelli cerca di rispondere con testimonianze inedite e indagini personali, ma anche attraverso ricordi privati e riflessioni, incontri, storie, frammenti di un mosaico in cui alla fine troveremo rappresentati noi italiani e cosa siamo diventati dopo quella tragica notte.
Primi anni Settanta. A pancia in giù e sollevato sui gomiti, un ragazzino legge su una rivista frasi impenetrabili, rabbiose, attraenti. Sono tutte di Pier Paolo Pasolini. Il tempo passa e, quasi inavvertitamente, dentro quel bambino che oggi è uno scrittore sedimenta qualcosa di profondo: non è solo la passione per la parola, è l'istinto di un mestiere. "Seguire quello che succede, immaginare quello che non si sa o che si tace, rimettere insieme i pezzi disorganizzati e frammentari, ristabilire la logica dove regnano l'arbitrarietà , la follia e il mistero." Perché il Pasolini che ci parla dalle pagine di questo libro non è il poeta né il letterato, è quello della narrazione civile, lo stesso che confessò di sapere e che è stato assassinato. È proprio lì che torna Carlo Lucarelli, agli anni più violenti della nostra storia recente, ai pestaggi, ai morti ammazzati e alle stragi. Torna al Pasolini intellettuale e all'odio che lo circondava. Attraverso un tessuto di impressioni intime, analisi politiche e ricostruzioni storiche, torna a quella notte di novembre del 1975 in cui si è consumato un delitto comunque politico. Ciò che resta, una volta disintegrata la versione ufficiale e rimessi in ordine i fatti, è la certezza di trovarci di fronte a un Segreto Italiano.