Come ogni favola che si rispetti, il racconto di Carlo Collodi (all'anagrafe Carlo Lorenzini, 1826-1890) inizia in una collocazione temporale indeterminata, in cui la storia prende vita nell'universalità della morale che contiene, nell'immensità dei simboli che snocciola. In questo caso, però , appare evidente che si tratta di un'altra storia, in quanto la favola nega fin dalle prime righe - che sia un re il protagonista principale. Non è il re - colui che governa e regge con rettitudine e diritto - l'eroe della fiaba, ma un pezzo di legno, eliminando in questo modo l'elemento datore di giustizia e regolatore di ogni conflitto. Viene a mancare la figura ideale del padre, incarnata dal re, che stabilizza l'energia in una forma salda. La personificazione della maturità e della saggezza diviene una meta da cercare, cui sottintendono spesso i simboli iniziatici, in quanto detentrice della capacità di coronare la via intrapresa con il successo. Nel gergo metallurgico dell'alchimia, il Re è sinonimo di sole e di oro o meglio ancora di realizzazione della grande opera; venendo a mancare dall'inizio del percorso evoca una sensazione di assenza e di morte, pari al concetto alchemico in cui il Re-Sole- Oro è morto - allo stato terreno - e l'adepto deve farlo resuscitare, allo stato celeste. Pinocchio assume questo incarico incontrando nel suo percorso i molti aspetti di questa figura: uomo, signore di giustizia, padrone, vecchio, compagno. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I. E. S. r. l. , oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.