Sotto una pioggia gelida o immersa in una nebbia densa, una Ferrara invernale è lo scenario di questo romanzo ambientato in un tempo presente, ma nel quale irrompe con veemenza un passato popolato da strane e paurose creature, gli zèmbol, insieme a orde di ratti famelici, e a un inquietante personaggio, Padòa, la personificazione del grande fiume Po, come lo denominò Polibio nel II secolo a. C. , che rappresenta l'eterno ritorno, simboleggiato dall'uroborus. Il fiume, che una volta aveva libero corso nella pianura da lui stesso creata, dove dispensava vita e morte, ora è pieno di odio, è pronto a scatenare l'assalto definitivo, vuole riprendere possesso di ciò che gli è appartenuto, distruggerà argini, edifici, annegherà gli esseri umani. Basterà Michele, un giovane muratore balbuziente, a contrastare il suo furore?