Si tratta probabilmente del maggior romanzo politico del secolo scorso, accostato giustamente per la sua forza di sintesi al Leviatano (1651) di Thomas Hobbes. La sua immaginazione sociologica. . . possiede una visionarietà claustrofobica che a volte eccede i limiti di una narrazione lineare. . . Tutta la sua opera è un apprensiva interrogazione sul potere, sul conflitto individuosocietà , sugli inganni dell utopia: è una denuncia dei totalitarismi e difesa dell integrità dell individuo. . . Ora, nella nostra società attuale, il potere inteso come Big Brother digitale sorveglia la nostra vita, si traduce in una rete che avvolge tutti, devianti e non, e che ci accompagna in ogni momento del quotidiano. Introduzione Filippo La Porta.